Yoga o Bhoga?

Edy Bampa
Bhoga il piacere dei sensi.

Sempre piu' alla ricerca della forma fisica, del leggings alla moda, della posizione acrobatica, dei like sui social, si assiste all'era della moda dello yoga.

Si inseguono Maestri che investono nel marketing, giovani atleti o ballerini che simulano posizioni acrobatiche dello Yoga.
Si inseguono workshop per raggiungere la posizione piu' fashion da postare nel social.
Corsi miracolosi che guariscono da tutti i mali in un'ora.

Nello stesso tempo si assiste a infortuni nello yoga, emblematico il caso diuna ragazza che si è rotta la colonna vertebrale per posare per una casa di moda dello yoga.
Si assiste a delusioni per non essere all'altezza, per non avere il corpo perfetto, agitati per non riuscire a meditare, insegnanti delusi da non avere abbastanza allievi etc.

Invece di avere sempre piu' felicità si ha sempre piu' preoccupazione.

Vediamo cosa ci dice un testo classico indiano sullo yoga, la Bhagavad Gita:

Relativamente a Bhoga il perseguimento dei piaceri.
Frase (Pada) 16.8 -11
"Per coloro con qualità non virtuose  ...l'unica ragione di esistenza del mondo è la semplice gratificazione dei sensi...

Coloro certamente rimangono immersi in infinite preoccupazioni fino all'ultimo momento della loro vita, perché hanno preso rifugio nella semplice gratificazione dei sensi come lo scopo supremo della vita."

Relativamente a Yoga unione con il Sè divino.
5.20-21 
"Chi è stabile nel Sè divino non esulta nell'ottenere ciò che è piacevole/ desiderabile e non si agita nell'ottenere ciò che è spiacevole/ non desiderabile. Ha un'intelligenza stabile ed è libero dall'illusione, perché è fermamente situato nel Sè divino." 
"Distaccato dal contatto con le (cose) esterne, trova felicità nel piacere del Sé. Questa persona è impegnata nel Brahma yoga (unioen conil Sè divino) e gode di una felicità inesauribile."

C'è una bella storia che si racconta per comprendere l'atteggiamento del Brahman Yoga:

 Un cavallo selvaggio una volta corse in una fattoria. La gente si congratulava con l'agricoltore per la sua fortuna. E lui rispose: “Buona fortuna o sfortuna, chi lo sa? È la volontà di Dio ".

Pochi giorni dopo, il cavallo scappo di nuovo nella foresta. I suoi vicini si commiserarono per la sua sfortuna. E lui rispose: “Buona fortuna o sfortuna, chi lo sa? È la volontà di Dio ".

Passarono ancora alcuni giorni e il cavallo tornò con altri venti cavalli selvaggi. Ancora una volta la gente si congratulava con il contadino per il suo colpo di fortuna. Ma lui riflettendo saggiamente disse: “Che cos'è la buona fortuna e la sfortuna? Questa è tutta la volontà di Dio ".

Pochi giorni dopo, il figlio del contadino si ruppe una gamba mentre cavalcava uno dei cavalli. I vicini vennero per esprimere il loro dolore. Il saggio agricoltore rispose: "Piacevole e spiacevole, è solo la volontà di Dio".

Passarono altri giorni e i soldati del Re vennero a reclutare tutti i giovani nell'esercito per la guerra che era appena scoppiata. Tutti i giovani del quartiere furono condotti nell'esercito, ma il figlio del contadino fu lasciato indietro perché la sua gamba era rotta.

La conoscenza divina porta ad arrendersi alla volontà di Dio, e quando la volontà personale si fonde nella volontà divina, si sviluppa l'equanimità per accettare serenamente sia il piacere che il dolore come Sua grazia. Questo è il sintomo di una persona situata nella trascendenza.

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